Il passo ridotto
Oggi si fa tutto con il cellulare, si scatta, si riprende, si guarda, si riproduce, si vede, si manda, ma anche si scrive, si legge, si telefona, si fa di conto, si paga… Insomma: mezzo vocabolario di termini con precise distinzioni di funzioni ha perso di significato. E pensare che quanto oggi risulta miniaturizzato in poco più di una spanna di alluminio, silicio e plastica data poco più di centocinquant’anni. Anzi, dato che impera il “fai da te” per le “immagini in movimento” la prima forma di cinematografo casalingo ha compiuto nell’oobre 2022 il primo secolo di vita, cominciando a diffondersi addirittura in modo capillare l’anno successivo, nel 1923. Dopo diversi tentativi non andati a buon fine negli anni precedenti ma sempre basati sul principio di un supporto miniaturizzato rispetto allo standard 35mm (in particolare il KOK 28mm e il Kodak Home Kinetoscope 22mm), il formato prese il nome di “passo ridotto”, identificato dalla larghezza della pellicola 9,5 mm. Poi arrivarono il 16mm, l’8mm e il super8. Che poi è il cinema in casa, l’”home movie” che prevedeva sia le opere realizzate quasi sempre in copia unica, dall’autore-amatore, che la riduzione quasi mai in versione integrale di film già sfruttati commercialmente. Va da se che questo cinema parallelo e autogestito ha poi puntualmente seguito le successive invenzioni arricchendosi del suono, del colore, della panoramicità. Documentando avvenimenti familiari che oggi sono autentici scampoli di storia. Con infiniti espedienti tecnologici (leggi accessori) per economizzare il consumo dei materiali, ma anche per perfezionare la visione casalinga con l’offerta di modelli da ditte tra di loro in perenne concorrenza. Come le due principali, Pathé e Kodak. E alla fine la Kodak, negli anni ‘60, prevalse imponendo il super8 che chiuse definitivamente l’era del Pathè-Baby. La quasi totalità delle apparecchiature che ripercorrono, mese dopo mese, le tappe fondamentali del “cinema in casa” appartengono al Fondo di Emilio D’Este che le cercava, in particolare, perché da ragazzo le aveva utilizzate. E che si è spento nel 2012, quando il Pathé-Baby compiva 90 anni. Questo nono calendario de LA FABBRICA DEL VEDERE stabilizza l’avvenuto compimento di questi anniversari.
RI-PRESE, in occasione del centenario del “passo ridoo”, ha lanciato un appello ai possessori o agli eredi degli autori di filmati 9,5mm con la campagna di raccolta ININFIAMMABILE (alla quale ha aderito anche l’ARCHIVIO CARLO MONTANARO) per costruire una storia inedita di memorie territoriali.
Per informazioni: ininfiammabile@ri.prese.it